La Santa Messa: Il canto nella Messa (24 dicembre 2017, IV domenica di Avvento)

La Messa si apre con il canto e durante tutta la celebrazione, in diversi momenti, si elevano canti. Il Vaticano II ci ha ricordato che il canto sacro non è un accessorio ma “è parte necessaria e integrale della liturgia solenne”. Anche a Natale, la prima grande solennità dell’anno liturgico, gli angeli cantano: Gloria a Dio e pace agli uomini.

Il canto esprime i sentimenti più profondi dell’animo: la festa, la gioia, l’adorazione, il ringraziamento, il giubilo, il pentimento, l’invocazione, l’amore, la solidarietà. Il canto ha la potenza dilatare il cuore e coinvolgere tutta la persona lanciandola verso gli atteggiamenti migliori. È un mezzo singolare di formazione spirituale.

Il canto gregoriano è proprio della liturgia romana”: merita di essere coltivato almeno in alcune parti divenute classiche; anche la polifonia e il canto popolare religioso siano promossi. La schola cantorum sia coltivata con impegno; infatti esercita un ministero di grande importanza, che esclude ogni forma di protagonismo mondano.

Di solito il canto si alterna tra celebrante e assemblea, tra schola e assemblea. A volte si può semplicemente ascoltare la schola. Far cantare l’assemblea è ancora un traguardo da perseguire con pazienza e tenacia. I nostri fratelli cristiani riformati ci insegnano molto a questo proposito.

Durante il canto può essere utile la presenza discreta di una persona che guida l’assemblea: posta in luogo adatto, non invadente, non schiacciante al microfono il canto dell’assemblea sostituendosi ad essa, non gesticolante, ma che indica con piccoli gesti gli attacchi del canto, lo sostiene e dà sicurezza al popolo.

La domenica, “giorno di festa primordiale”, il popolo cristiano si mobilita avido della parola, del canto, della comunità, della cena eucaristica, dell’incontro fraterno. Si sa che il canto va preparato e che molti strumenti possono favorirlo sebbene l’organo a canne sia lo strumento musicale tradizionale il cui suono ha il potere di dare splendore alla celebrazione e di elevare l’animo a Dio.

don Orlando Gori