La Santa Messa: Il Gloria e la Colletta (21 gennaio 2018, III domenica T.O.)

IL GLORIA

Dopo i riti iniziali si recita o si canta il “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”.

Cito il Messale (Introd. gen. n. 53): “Il Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro. Viene iniziato dal sacerdote o, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente con la schola, oppure dalla stessa schola. Se non lo si canta, viene recitato da tutti, o insieme o da due cori che si alternano.

Lo si canta o si recita nelle domeniche fuori del tempo di Avvento e Quaresima; e inoltre nelle solennità e feste, e in celebrazioni di particolare solennità.”

Questo inno stupendo, che è professione di fede, di lode e di implorazione, che si colloca al centro del mistero trinitario e cristologico e ci fa gustare le realtà dello spirito, è una preghiera sublime che va recitata col cuore, senza fretta, con le debite pause, assaporando quanto espresso con la bocca. E’ bene abituarsi a recitarlo col cuore nei momenti di aridità e nelle prove, oltre che nei momenti felici della vita.

LA COLLETTA

Al termine dell’inno, il sacerdote invita alla preghiera. Tutti fanno silenzio per qualche istante mettendosi alla presenza di Dio e formulando le proprie intenzioni di preghiera. Non sempre questo silenzio è compreso e ben utilizzato, ma non è certo una formalità. Poi il sacerdote recita o canta l’orazione che è chiamata colletta perché esprime l’indole della celebrazione, ossia riunisce e prende in unità gli animi e le preghiere di tutti.

E’ la preghiera della Chiesa che ha sempre una particolare efficacia.

Da antica tradizione la colletta annuncia il mistero celebrato e innalza a Dio una richiesta rivolgendosi al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, in forme diverse. E’ il modello della preghiera cristiana.

Il popolo fa sua la preghiera con la solenne acclamazione dell’Amen.

don Orlando Gori